-Sei La Mia Zavorra-

Sei un ricordo pesante,

Un fantasma insistente…

Vivi ancora ingiustamente,

Nel mio cuore e nella mia mente…

Non lasci liberi neanche i sogni,

E quando dormo vieni a svelare i miei bisogni…

Forse avrei ancora bisogno di te,

E vorrei che fosse così anche per te…

Avevi gli occhi azzurri come il mare,

Ci nuotavo dentro e sentivo il cuore scoppiare…

Avevi gli occhi azzurri come il cielo,

Volavo felice ed il mio cuore era leggero…

Mi piaceva il tuo modo di parlare,

E la tua risata mi curava da ogni male…

Anche i tuoi silenzi erano seducenti,

Sarei rimasta per ore, senza parlare, ad osservarti…

Ma da quando dalla mia vita te ne sei andato,

Nulla ha avuto più senso e tutto si è svuotato…

Ancora oggi sento la prepotenza,

Incessante e logorante della tua assenza…

Mi chiedo quanto tempo ci vorrà,

E se davvero un giorno tutto questo svanirà…

Sei la mia zavorra,

Mi tieni inchiodata qui nonostante io non lo voglia…

Vorrei che mi lasciassi andare,

E che il mio cuore la smettesse finalmente di amare,

Ciò che, in fin dei conti, è stato solo un male.

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-Cerco Te-

Cerco una mente accattivante,

Che sia anche travolgente…

Cerco una persona interessante,

Che sappia essere anche folle…

Vorrei tanto la bellezza,

Di un’anima che fosse alla mia altezza…

Cerco anche la purezza,

Di una carezza fatta con dolcezza…

Cerco te che sei diverso,

Per vivere insieme in un nostro universo.

-Come Un Treno-

Sono una pendolare: viaggio spesso in treno per diversi motivi e questo mio continuo spostarmi, scendere da un treno per prenderne un altro, mi ha sempre fatto riflettere molto sulla vita. Sì, sono una persona che riflette su ogni cosa ed anche la mia mente è perennemente in viaggio, come me.

Avete mai pensato alla vita come ad un treno in corsa? Un treno che possiamo controllare fino ad un certo punto, un treno che non risponde ai comandi ogni volta che proviamo a smanettare con le sue leve e con i suoi bottoni. Sì, la vita è un treno in corsa che solo a volte possiamo controllare.

Lo scorrere del tempo è una di quelle cose che non prevede l’uso del freno… dobbiamo rassegnarci ed accettare di crescere, di cambiare, di invecchiare.

Da bambini sarà capitato a tutti di desiderare di poter scegliere di far andare più velocemente quel treno: c’è quell’impazienza di diventare grandi, c’è l’illusione di poter fare qualunque cosa, il sogno della libertà assoluta!

Una volta cresciuti, poi, ci si rende conto che non sarebbe stato poi così male poter rallentare o addirittura potersi fermare del tutto, ma il treno della vita non segue i nostri desideri, va avanti e corre, corre, corre…

Ci sono dei momenti, però, in cui il treno ti interpella e ti chiede: “vuoi che vada a destra o a sinistra?” e quelli sono i momenti più duri. Il pilota automatico si disattiva e devi decidere: quale sarà la direzione giusta?

Non c’è una risposta a questa domanda e neanche con l’aiuto di una mappa ci si può chiarire le idee… non esiste nemmeno una mappa e lungo i binari non ci sono indicazioni, non ci sono suggerimenti. Di tanto in tanto il treno entra in alcune stazioni, si ferma per un po’ e tu scendi a cercare aiuto. Qualcuno scende con te, ma non risale: sono i passeggeri che hanno deciso di cambiare treno, che hanno deciso di continuare il viaggio verso altre mete, mete in cui tu non sei invitato ad andare.

Ci sono persone che salgono e che non sai per quanto tempo viaggeranno su quel treno con te. Ti vedono in difficoltà, ti vedono vagare alla ricerca di un consiglio, ti vedono salire, scendere, domandare, parlare, spiegare, raccontare… ti incontrano per caso, ti dicono la loro, ti dicono “io andrei a destra”, ma è sempre troppo facile dare consigli quando il treno non è il loro.

Poi ci sono quei passeggeri di vecchia data, che viaggiano con te da anni, che si siedono accanto a te, dopo averti visto vagare per le stazioni e per le varie carrozze del treno con quell’interrogativo costante. Ti guardano e non ti suggeriscono nulla, ti dicono solo che loro ci saranno indipendentemente dalla direzione che sceglierai. Sono quelle persone che non sparano sentenze a caso, ma che ti rassicurano e ti confortano. “Io continuerò a viaggiare con te: ho fatto un biglietto che non scadrà mai, perché mi piace viaggiare con te e ti voglio bene”. I passeggeri fissi sono pochi, quelli in transito sono la maggioranza. E quando scendono dal tuo treno… sì, ti lasciano un sedile vuoto e tu ti sporgi dal finestrino, urli, agiti la mano e piangendo gli chiedi di tornare… ma loro non si voltano nemmeno.

A volte è un bene che certi passeggeri non si voltino, anche se fa male… e quei passeggeri ti mancheranno quando tornerai dal pilota automatico del treno della vita dicendogli che hai deciso, che sei pronto a dirgli dove deve andare. Avresti voluto avere il conforto di certe persone in quel fatidico momento… ma non puoi fare altro che dire “vai a destra” e continuare a viaggiare.

Chissà se certe persone le rivedremo a bordo, un giorno… alcune sarebbe meglio non vederle mai più, altre sarebbe bello rivederle solo per dimostrare loro che hanno sbagliato a scendere dal tuo treno. Altre ancora sarebbe bello incontrarle di nuovo per ricominciare un viaggio nuovo, con una consapevolezza diversa, con più esperienza e con la speranza di non sbagliare più, di non ferirsi più.

Ad ogni modo, il treno non si fermerà mai troppo a lungo in una stazione… ma noi, ad ogni stazione, lasceremo sempre un piccolo pezzo di noi e, ad ogni passeggero, lasceremo i ricordi di un viaggio unico e solo nostro.

Il viaggio continua e, come si diceva una volta… in carrozza, si parte!