-Senza Coscienza-

Tu occupi abusivamente il mio cuore,

Ti rifiuti di abbandonarlo per andare altrove,

Come se fosse una casa che difendi con ardore,

E non importa che io venga a cacciarti a tutte le ore,

Perché tu continui a tornare come un usurpatore!

Fuori sta piovendo,

O forse sono solo i miei occhi che stanno piangendo,

Tu vedi quelle gocce cadere e le guardi sorridendo,

Senti che sei dentro ad un cuore che per te sta ancora soffrendo,

La cosa ti rende assai fiero, importante e contento!

Eccomi: sto di nuovo urlando che devi andare via,

Questo spazio non ti appartiene più, adesso è roba mia!

Tu con me hai giocato, ma hai sempre detto “cosa vuoi che sia”?!

Ora che mi hai perso non puoi continuare a lasciare la tua scia,

Di ricordi, di emozioni e di tutto quello che mi hai strappato via!

Tu mi guardi e ridi,

Forse delle mie parole di odio non ti fidi!

In effetti non serve a niente che io ti sgridi,

Che fuori dalla casa che hai qui dentro io ti guidi,

Perché è ai miei occhi che tu ti affidi…

Loro non possono mentire,

Parlano anche se li vorrei zittire,

Tu li riesci ad udire,

Ti raccontano che di amore mi hai fatto morire,

E imploranti ti chiedono di sparire,

Per non farmi più soffrire…

Provo ancora qualcosa, ma mai più niente voglio farti sentire,

Vorrei solo riuscire a farti pentire,

Questo servirebbe a placare un po’ le mie ire,

Ma non hai una coscienza e il male che hai fatto non lo potrai mai capire…

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-Dolore Intrappolato-

A volte succede che il dolore si congela,

O che magari resti impigliato in una tela,

Tu lo aspetti, ma lui non arriva e non si svela,

Ti chiedi in quale angolo dell’anima si cela,

O se non sia stato afferrato da una chela;

A volte senti quella voglia di piangere che si rivela,

La percepisci, eppure nemmeno una lacrime dagli occhi trapela,

E’ una sensazione che fa rabbrividire e ti raggela,

Vorresti che il pianto si sciogliesse, anche con cautela,

E che la rabbia ed il dolore si amalgamassero creando una salata miscela…

-Una Volta Credevo-

Una volta credevo,

Che quando a dare del bene mi accingevo,

Nuove persone nella mia vita accoglievo,

Ed al mio cuore sempre posti nuovi aggiungevo,

Non mi sarei sentita così sola se mi abbattevo;

Una volta credevo,

Che non importava se vincevo,

E nemmeno se perdevo,

Se ogni tanto cedevo,

Avrei avuto comunque qualcuno a cui appartenevo;

Una volta credevo,

Che quando i bisogni degli amici ai miei anteponevo,

L’importanza dei loro problemi mi assumevo,

E le loro gioie un po’ anche mie consideravo,

Avrei avuto accanto coloro per i quali da sempre lottavo;

Una volta credevo,

Ma poi ho capito e quella persona deridevo,

Perché in passato davvero mi illudevo,

E fermamente ci credevo,

Che sarebbe tornato indietro l’affetto che cospargevo;

Una volta credevo,

Ma forse troppe favole leggevo,

E la speranza di rapporti eterni inseguivo,

Al “per sempre” ambivo,

Mentre con le delusioni della vita crescevo;

Una volta credevo…