-Vita Panoramica-

Ti invito a salire sulla mia vita,

Che è una ruota panoramica:

Per fare un giro il biglietto non si paga,

Ma serve necessariamente avere un cuore,

Altrimenti il panorama lo guarderai per ore,

Senza provare alcuna emozione,

Perché sulla mia ruota,

Ciò che si trova sul punto più alto,

Non si può che scorgere usando l’ardore,

Che è l’arte di un sognatore,

Di saper provare stupore,

Anche nella semplicità;

Forse, la mia, non è la giostra più indicata,

Per chi vede confini e non opportunità a cascata,

Il limite è alto come una barricata,

Per una persona che all’infinito non è abituata!

-Maestro Mare-

Quanta pazienza possiede il mare,

Che si lascia contemplare per ore,

Da innumerevoli occhi,

Spesso sognanti,

A volte tristi,

O troppo stanchi,

Alcuni innamorati,

Ed altri scheggiati dalle lacrime;

Quanta generosità dimostra il mare,

Quando i pensieri di chi lo guarda,

Fanno un gran rumore,

E lui, semplicemente, li abbraccia,

Raggiungendo la riva,

E tendendo un’onda come fosse una mano;

Quanto è immenso il mare,

Che potrebbe scegliere di atteggiarsi,

Del resto ne avrebbe le facoltà,

Eppure sceglie l’umiltà,

Per accogliere chiunque abbia bisogno di lui;

Che maestro di vita è il mare:

Ci insegna che si può essere grandi,

Maestosi ed importanti,

Donando anche solo una goccia,

Di ciò che si è,

Ad un paio di occhi che ci osservano.

-Granelli Di Tempo-

Siamo come clessidre:

Viviamo ogni istante,

Mentre un granello di tempo cade,

Richiamato dalla forza di gravità che è la vita;

Quanto può pesare il tempo?

Noi lo misuriamo in secondi, minuti ed ore,

Ma l’unità di misura del tempo,

Non può che essere data dal peso,

E dal rumore che fa un singolo granello,

Quando cade e diventa esperienza,

Perché se il tonfo fa tremare le finestre dell’anima,

Abbiamo appena vissuto un attimo,

Nel bene o nel male,

Che avrà dato un senso,

Al nostro esistere;

Un terremoto,

Scosse che smuovono i ricordi,

Il cui grado di intensità si misura,

Nella paura convertita in coraggio,

Un’energia rinnovabile,

Dal potere inesauribile,

Se noi lo vogliamo!

-Perle Di Sole-

Sono rare da trovare,

C’è chi dice che nascano dal sale,

Contenuto nelle lacrime versate,

Sulle rocce oscure,

Che sono gli scogli dell’anima,

Creati da dolori preziosi come minerali;

C’è chi ne possiede tante,

E chi le ha sfiorate solo per un istante,

Perché è ancora un mistero,

Il loro polverizzarsi tra le dita,

Una leggenda che quasi nessuno racconta;

Forse dipende dalla quantità di sale,

O dal tipo di roccia che lo incontra,

Nessuno lo sa,

Ma una cosa io posso sussurrarla al vento:

Le perle di sole,

Brillano talmente tanto da accecare,

E non tutti gli occhi possono guardarle,

Come non tutte le mani possono toccarle,

A causa del troppo calore,

E loro lo sentono chi non riesce a custodirle,

Per questo motivo si polverizzano,

Forse per ritornare domani,

O mai più;

C’è chi dice che darebbe di tutto pur di possederne una,

Ma la luce non si può comprare,

Si può solamente sudare,

Meritare,

E regalare.

-Radici Di Luce-

Che cosa sono i fulmini,

Se non le radici luminose del cielo,

Che cadono occasionalmente,

Nei momenti di nostalgia,

Per ricordare alla terra,

Che si può essere lontani,

Che non sempre si vedono i legami,

Perché ciò che è essenziale,

Può durare il tempo di un lampo,

Cadere e colpire,

Dare una scossa vitale,

Per poi dissolversi,

Lasciando il segno,

O il sogno,

L’arcobaleno,

Fino al prossimo incontro,

Un nuovo temporale,

Che è una tempesta d’amore,

E, prima di allora,

Calma, silenzio e quiete,

Aria elettrica,

Per poi ricominciare,

E questo succede,

Solo quando un’unione possiede,

Radici potenti.

-Provviste-

Dammi una goccia di tempo,

Trascorso con te,

Perché la voglio conservare,

Per quando avrò sete;

Dammi un po’ del tuo respiro,

Da mettere in un barattolo,

Per quando non riuscirò a respirare;

Sì, lo so che devi andare,

Ma mi serve ancora,

Una tua carezza da mettere in borsa,

Per quando mi mancherai;

E, ti prego, vorrei anche un tuo sorriso,

Da tenere in tasca,

Sai, per i momenti difficili;

“C’è altro?” mi chiedi,

“No” ti rispondo,

Nonostante le provviste che ti ho chiesto,

Non siano sufficienti,

Neanche per un secondo,

Che dovrò trascorrere senza di te…

-Metamorfosi-

Sono stata sfondo,

Come un paesaggio dietro ad un soggetto immortalato in una foto,

Ho toccato il fondo,

Come un sasso che viene lanciato dentro ad un pozzo,

Mai protagonista,

Sempre in balia degli altri e del mondo,

Fino a quando mi sono detta che essere un paesaggio era bello,

Ma non abbastanza,

Che stare in basso era comodo e sicuro,

Ma non mi piaceva un’esistenza al buio;

Ora sono la protagonista di una foto,

Non lascio che nessuno mi lanci da nessuna parte,

Al massimo mi do la spinta,

Da sola,

Per volare verso l’alto,

Verso il cielo,

Ed anche se dovessi scottarmi toccando il sole,

So che l’avrò fatto per essere viva,

Per essere felice,

E perché sono diventata finalmente libera;

Un sasso può diventare una farfalla?

Guarda!

-Il Peso Di Quel “No”-

Il peso di quel “no”,

Lo porto ancora dentro,

Due lettere, due tonnellate di rimpianti,

Una parola così corta, detta in un attimo,

Quanto mi ha tolto,

O, forse, quanto mi ha dato;

Il peso di quel “no”,

Pronunciato per paura,

Come se mi avessi chiesto di saltare nel vuoto,

No”, perché non potevo buttarmi in quell’istante,

No”, perché non sapevo che avrei avuto voglia di farlo,

Ora che non posso più;

Il peso di quel “no”,

Sei felice?”,

No”,

Per esserlo dovevo dire “no”;

E’ un paradosso questa vita,

Devi rimandare un salto per capire che ti serviva del tempo,

Per aver voglia di volare davvero;

Un “no” che appesantiva,

Una zavorra che mi tarpava le ali,

No”, non era il momento,

Non ancora;

Il peso di quel “no”,

E’ qui, lo sento,

Eppure mi perdono,

Perché un “no” può chiudere una porta,

Ma può fare in modo che se ne apra un’altra,

Solo non so se tu ci sarai ancora,

Con la stessa domanda di allora…

Potresti non essere più lì ad aspettarmi,

So che potrei non avere più un’altra occasione,

Di fare quel salto con te,

Ma il lato positivo del peso di quel “no”,

E’ che, che ci sia tu o qualcun altro ad attendermi,

Io non avrò più paura di volare;

Il peso di quel “no”,

Vorrei che tu sapessi,

Che non è stato vano,

Né per me né per te,

Perché ho imparato che non voglio più camminare,

Voglio toccare le stelle, regalarmi la libertà,

E volare abbastanza in alto da non sentire i giudizi della gente,

Perché tu mi hai donato ciò che continuavo a nascondermi,

Qualcosa di così grande che valeva Il peso di quel “no”…

-Prima Del Nulla-

Ti ricordi com’era,

La vita quando il ladro di sorrisi non c’era?

Non era raro,

Vedere la gente camminare,

Con un cellulare in mano,

E mangiare in un ristorante con qualcuno,

Che non guardava in faccia l’altro;

Ti ricordi com’era,

L’amore prima di queste catene?

Un abbraccio per un selfie,

Un bacio per qualche like,

La foto di un regalo per dimostrare al mondo quanto si era importanti,

Sì, solo perché valeva molti contanti,

L’amore o il regalo?!

Ti ricordi com’era,

Prima di tutta questa distanza?

Eravamo circondati dal vuoto,

Prigionieri di un messaggio ignorato,

In lacrime per un vocale non ascoltato,

Innamorati dello spettacolo che potevamo essere,

Vogliosi di applausi sui social,

Drogati di notifiche,

Assetati di vita virtuale…

Guarda, invece, adesso com’è vivere:

Tenere in mano un telefono ci disgusta,

Cerchiamo gli occhi di chi amiamo,

Bramiamo le carezze,

Rimpiangiamo gli abbracci,

Che, prima di tutto questo, ci eravamo tolti per scelta nostra!

Prima del nulla,

C’era solo altro nulla,

Che a noi, paradossalmente, piaceva…

Chissà, forse non ci sarà più:

La gente che si ignorerà seduta allo stesso tavolo,

Il cuoricino in chat,

L’abbraccio virtuale,

Il “non esco di casa, sono stanco”;

Chissà, forse ci saranno più cellulari scarichi,

E più esseri umani vivi!

O forse no?

Chissà, magari te lo racconterò attraverso una diretta,

No, non su instagram,

Nel mondo, là fuori, di fronte a te!

Con te.