-Il Peso Di Quel “No”-

Il peso di quel “no”,

Lo porto ancora dentro,

Due lettere, due tonnellate di rimpianti,

Una parola così corta, detta in un attimo,

Quanto mi ha tolto,

O, forse, quanto mi ha dato;

Il peso di quel “no”,

Pronunciato per paura,

Come se mi avessi chiesto di saltare nel vuoto,

No”, perché non potevo buttarmi in quell’istante,

No”, perché non sapevo che avrei avuto voglia di farlo,

Ora che non posso più;

Il peso di quel “no”,

Sei felice?”,

No”,

Per esserlo dovevo dire “no”;

E’ un paradosso questa vita,

Devi rimandare un salto per capire che ti serviva del tempo,

Per aver voglia di volare davvero;

Un “no” che appesantiva,

Una zavorra che mi tarpava le ali,

No”, non era il momento,

Non ancora;

Il peso di quel “no”,

E’ qui, lo sento,

Eppure mi perdono,

Perché un “no” può chiudere una porta,

Ma può fare in modo che se ne apra un’altra,

Solo non so se tu ci sarai ancora,

Con la stessa domanda di allora…

Potresti non essere più lì ad aspettarmi,

So che potrei non avere più un’altra occasione,

Di fare quel salto con te,

Ma il lato positivo del peso di quel “no”,

E’ che, che ci sia tu o qualcun altro ad attendermi,

Io non avrò più paura di volare;

Il peso di quel “no”,

Vorrei che tu sapessi,

Che non è stato vano,

Né per me né per te,

Perché ho imparato che non voglio più camminare,

Voglio toccare le stelle, regalarmi la libertà,

E volare abbastanza in alto da non sentire i giudizi della gente,

Perché tu mi hai donato ciò che continuavo a nascondermi,

Qualcosa di così grande che valeva Il peso di quel “no”…

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-Prima Del Nulla-

Ti ricordi com’era,

La vita quando il ladro di sorrisi non c’era?

Non era raro,

Vedere la gente camminare,

Con un cellulare in mano,

E mangiare in un ristorante con qualcuno,

Che non guardava in faccia l’altro;

Ti ricordi com’era,

L’amore prima di queste catene?

Un abbraccio per un selfie,

Un bacio per qualche like,

La foto di un regalo per dimostrare al mondo quanto si era importanti,

Sì, solo perché valeva molti contanti,

L’amore o il regalo?!

Ti ricordi com’era,

Prima di tutta questa distanza?

Eravamo circondati dal vuoto,

Prigionieri di un messaggio ignorato,

In lacrime per un vocale non ascoltato,

Innamorati dello spettacolo che potevamo essere,

Vogliosi di applausi sui social,

Drogati di notifiche,

Assetati di vita virtuale…

Guarda, invece, adesso com’è vivere:

Tenere in mano un telefono ci disgusta,

Cerchiamo gli occhi di chi amiamo,

Bramiamo le carezze,

Rimpiangiamo gli abbracci,

Che, prima di tutto questo, ci eravamo tolti per scelta nostra!

Prima del nulla,

C’era solo altro nulla,

Che a noi, paradossalmente, piaceva…

Chissà, forse non ci sarà più:

La gente che si ignorerà seduta allo stesso tavolo,

Il cuoricino in chat,

L’abbraccio virtuale,

Il “non esco di casa, sono stanco”;

Chissà, forse ci saranno più cellulari scarichi,

E più esseri umani vivi!

O forse no?

Chissà, magari te lo racconterò attraverso una diretta,

No, non su instagram,

Nel mondo, là fuori, di fronte a te!

Con te.

-L’Età Dei Perché-

Tutti noi, da piccoli, siamo stati in quel luogo che è l’età dei perché,

Abbiamo fatto domande provando sete di conoscenza,

Quando il mondo ci sembrava troppo grande,

E credevamo che essere alti significasse avere la risposta a tutto;

Quando sarò grande capirò tutto”:

Non è forse questo che pensa un bambino,

Quando il suo cuore batte più vicino al suolo che al cielo?

L’altezza ci avvicina alle stelle,

Ma non abbastanza da poterle toccare,

E crescere ci avvicina alla verità,

Ma non abbastanza da poterla raggiungere…

E’ per questo che tutti, prima o poi, faremo ritorno all’età dei perché,

Perché nulla è chiaro,

Perché niente è come avremmo voluto che fosse,

Perché…

Perché?

L’età dei mille perché dura tutta una vita,

E’ un luogo dal quale nessuno di noi riuscirà davvero a fuggire,

E’ l’isola che c’è,

Dove, non solo si cresce, ma non si capisce mai nulla,

E quasi si prova nostalgia per il suolo,

Ed astio per il cielo,

Perché sì.

-Io Ho Una Stella-

Caro cielo,

Spero che tu non ti offenda,

Se io grido al mondo di avere una stella,

Che vive con te,

Ma brilla e splende per me,

Perché tu l’hai voluta,

E l’hai ottenuta,

Ma non potrai dire che ti sia mai davvero appartenuta…

Caro cielo,

La luce della mia stella non vive solo nella tua notte,

Perché io la porto con me,

Sulla terra,

Anche e soprattutto di giorno:

Quando apro gli occhi,

Lei è dentro il mio sguardo,

Quando sorrido,

Lei è il mio sorriso;

Caro cielo,

Lo so che mi stai invidiando,

Perché io ho una stella,

Che ama più me,

Che te,

Ma io sicuramente invidio te,

Perché solo tu,

Ogni dannata sera,

La puoi toccare…

 

Buon compleanno, mamma…

-Il Processo-

Perché non puntate le vostre armi contro voi stessi?!

Quel dito che usate per accusare gli altri,

Per sparare sentenze come fossero proiettili,

Dirigetelo verso di voi e giustiziatevi!

Prima di trascinare qualcuno in tribunale,

Perché ha fatto o non ha fatto qualcosa,

Assicuratevi di averci trascinato prima la vostra coscienza!

Adesso che il mio dolore si scongela,

Ed il ghiaccio si trasforma in lacrime,

Vi chiedo, vostro onore, di potermene andare via,

Non ne posso più di tutta questa ipocrisia,

Quello che succede in quest’aula non è più cosa mia,

Andatevene tutti a fanculo e così sia!

Devo chiederle scusa per la volgarità, signor giudice?!

-Specchio Magico-

Ora la mia immagine riflessa mi fa paura…

Tanti specchi me l’hanno mostrata,

Ed io a lungo l’ho studiata e contemplata,

Convinta di conoscerla a fondo,

Fino a quando uno specchio nuovo non mi ha spaventata,

Mostrandomi una realtà diversa,

Colpendomi con una verità affilata,

Ed io mi sono ritrovata, così, accoltellata…

Non ci vuole coraggio per guardarsi allo specchio di casa,

Ma ce ne vuole quando è qualcun altro a raccontarti ciò che vede,

E tu ti ritrovi a dover accettare di non essere ciò che credevi,

Con dei pregi e con dei difetti di cui non ti accorgevi;

Uno specchio non ti può raccontare certe verità nascoste,

Che solo due occhi che non sono i tuoi possono vedere,

E se nelle favole uno specchio magico sembra affascinante,

Nella vita di tutti i giorni può essere più che angosciante…

Posso scegliere di rendere migliore il mio riflesso,

E so che potrà fare ancora male,

Ma, ti prego, continua a parlarmi lo stesso,

Giuro che non verserò più lacrime e che sorriderò da adesso!

Continua ad essere il mio specchio,

Anche se fa paura ciò che mi racconti,

Non voglio che tu mi faccia sconti,

Con la vera me voglio fare i conti,

Per diventare l’immagine migliore che tu possa riflettere!

-Racconto: I Miei Occhi Sanno Ballare-

Carissimi amici e lettori del blog,

Oggi ho deciso di pubblicare un racconto scritto molti mesi fa, un racconto che avrebbe dovuto vedere la luce all’interno di un libro…

L’avevo scritto per partecipare ad un’iniziativa il cui argomento era “La diversità”; era stato scelto per essere pubblicato, però il progetto non è andato in porto, come spesso accade alle iniziative troppo ambiziose…

Dato che mi sembrava un peccato lasciarlo morire nei meandri del mio computer, ho pensato di condividerlo qui con voi in questa giornata di Ferragosto…

Queste poche righe parlano di un pezzo di me che pochi conoscono, un pezzo di me di cui, a volte, ancora mi vergogno un po’… un pezzo di me che, però, è anche una risorsa preziosa se lo si guarda con un pizzico di ironia!

Spero che chi mi segue possa imparare qualcosa da questa storia…

Vi abbraccio e vi ringrazio per il sostegno.

 


 

Sapevate che anche gli occhi possono essere degli ottimi ballerini? Scommetto di no…

Oggi vi voglio raccontare la storia di due occhi che danzano seguendo il ritmo delle emozioni.

Gli occhi in questione sono proprio i miei e sono nati così, con questa continua voglia di muoversi, di comportarsi come due biglie impazzite e di seguire le note dei miei stati d’animo per cambiare l’intensità del loro moto continuo.

Questa condizione, che sicuramente vi starà incuriosendo e stranendo, si chiama Nistagmo: esso consiste in un costante ed involontario movimento degli occhi. Spesso le persone mi chiedono come io veda il mondo, ma io non so mai cosa rispondere. Ho sempre visto in questo modo ed è l’unico modo possibile e normale che possiedo per conoscere ciò che mi circonda. Mi chiedono anche se io veda o meno le cose muoversi, ma pure questa è una strana domanda; voi vedete forse il mondo perfettamente immobile?

A volte ho provato a spiegare questa mia condizione, però non ho mai trovato le parole giuste per descriverla… molta gente è convinta che il solo fatto di osservare qualunque cosa dovrebbe farmi venire il mal di mare! Bizzarro!

Sono abituata ad avere un paio d’occhi un po’ folli e penso di poter dire di sentirmi anche fiera di averli. Non è sempre stato così, certo: in passato ho provato tanta rabbia e mi sono chiesta infinite volte “perché a me?”, mentre piangevo e desideravo solo di poter essere normale, una ragazza come tutte, una tra tante.

Evitavo regolarmente di guardare chiunque dritto negli occhi, perché quel ballo continuo del miei occhi mi imbarazzava e mi faceva sentire vulnerabile. Dentro di me una vocina implorava a quei due stupidi ballerini di smetterla! Sembravo una madre che provava vergogna per il comportamento dei suoi due figli indisciplinati…

Eppure, nonostante le mie preghiere, la ribellione di quei due mattacchioni è andata avanti inesorabilmente, disobbedendomi! Con l’età il movimento è diminuito e, pian piano, ho capito che dovevo imparare a conviverci. Dovevo rassegnarmi al fatto che i miei occhi fossero nati con la voglia di esprimersi in quel loro modo inusuale! Dovevo accettare persino i loro sgarbi: il loro ballo diventava sempre più veloce e frenetico nei momenti difficili. Ogni volta che mi sentivo nervosa, spaventata, emozionata, imbarazzata e stanca, ecco che puntualmente acceleravano i loro passi di danza! Anche quando mi sentivo felice cambiavano il loro modo di muoversi. Insomma, più provavo emozioni e più loro si divertivano a cimentarsi in nuove danze! Non potevo più nascondere i miei stati d’animo senza essere colta in flagrante! Potete immaginare la sensazione?!

Sì, ho dovuto accettare il fatto che la gente potesse leggermi nel pensiero attraverso gli occhi. Fortunatamente, la maggior parte della gente che prova ad interpretare i movimenti di quei due pazzoidi è analfabeta. L’interpretazione delle danze dei miei occhi è riservata a pochi!

Bisogna essere delle persone speciali per decifrare il linguaggio dei miei occhi; bisogna essere delle persone coraggiose per sostenere il mio sguardo; bisogna essere privi di pregiudizi per avvicinarsi a chi non è convenzionale…

Sono sempre stata circondata da pochissimi affetti ed allontanata dai più: ciò che non si conosce spaventa quasi più della morte! Perché?

Me lo chiedo da anni e ancora non ho capito da che cosa nasca tanto terrore; la diversità non dovrebbe essere considerata come una risorsa?

Chiunque di noi può dare il proprio contributo per rendere migliore la società in cui viviamo, ma il cambiamento non può verificarsi se non ci decidiamo noi per primi a cambiare noi stessi!

Che cosa spinge l’essere umano a temere la diversità? In che modo pensa che una persona come me, per esempio, possa fargli del male? E’ vero che i miei occhi sono iperattivi, ma non hanno mai ucciso nessuno! Di sicuro, a volte, avranno fulminato qualcuno, ma fulminare con lo sguardo in movimento è davvero molto comico anche solo da immaginare, non trovate?!

Che importanza ha se il mio mondo si muove ed il vostro no? E’ davvero così importante per voi?

Che importanza ha se per guardarmi dritto negli occhi dovrete abituarvi ad una mia particolarità?

Il mondo è bello proprio perché non si finisce mai di scoprirlo! Ogni essere umano è unico in qualcosa e vale la pena di essere avvicinato, conosciuto, stimato ed amato! Nessuno dovrebbe mai doversi sentire un errore, uno sbaglio della natura… eppure quante volte mi sono sentita così a causa delle persone!

I miei occhi si muovono, i miei occhi vibrano, i miei occhi ballano, i miei occhi non fotografano il mondo, ma ne fanno dei piccoli video tremolanti. I miei occhi sono pieni di vita, i miei occhi sanno sorridere, i miei occhi sanno ridere delle loro stranezze, i miei occhi sanno piangere lacrime danzanti. I miei occhi sono… i miei occhi!

Sono fiera dei miei occhi, perché ne hanno viste tante, hanno faticato tanto dove altri occhi avevano vita facile… i miei occhi sono dei combattenti, i miei occhi non si sono mai stancati di darsi da fare e mai si stancheranno! I miei occhi mi hanno tolto la possibilità di guidare la macchina a causa di un visus non abbastanza elevato, ed ammetto di averli odiati tanto per questo… ma poi ho capito che dovevo ritenermi fortunata per il solo fatto di poterlo vedere, il mondo! Posso vedere i colori, posso vedere tutto ciò che di bello esiste e lo posso fare a passo di danza, al loro passo di danza!

Ho imparato che i limiti, molto spesso, ce li creiamo da soli. Tutti noi, ognuno con le proprie capacità, siamo in grado di fare cose grandi e basta desiderarlo ardentemente per riuscirci!

Mi sono sentita ripetere tante volte che non ero degna di qualcuno o di qualcosa, che non sarei mai riuscita a fare certe cose, che avrei fallito, ma io non avrò fallito fino a quando il mio cuore avrà musica nuova per i miei occhi ballerini! Un cuore che prova emozioni, che prova amore in mezzo all’odio, è l’arma migliore contro il veleno!

Io so che esistono altre persone che sono state scelte per adottare un paio di occhi ballerini come i miei; è proprio a queste persone che voglio gridare a gran voce di non provare vergogna! A queste persone chiedo di amare i propri occhi, di rispettarli e di non sminuire quella danza: è una vostra caratteristica, fa parte di voi e vi rende irripetibili! Troverete altri occhi che non sapranno ballare, ma che saranno ben felici di essere gli spettatori dei vostri grandi atleti!

Alle persone che incontreranno qualcuno come me, invece, chiedo di avere pazienza: non offendetevi se abbassare lo sguardo sarà più facile che tenerlo fisso sul vostro… anche i ballerini più bravi si intimidiscono di fronte ad un pubblico nuovo! Siate pazienti e gentili, sempre!

A chi è normale e si crede migliore, invece, vorrei dire che la forma di disabilità più grave che io abbia mai conosciuto in vita mia è la cattiveria… nessuno è più sfortunato di chi nasce con il cuore arido!

Per tutti gli altri, ricordatevi, c’è e ci sarà sempre speranza! Seguite sempre la musica del vostro cuore e fate come i miei occhi: lasciatevi trasportare dalla sua melodia e ballate al ritmo della vita!

-Il Mio Marciapiede Affollato-

Sono ferma proprio al centro di un marciapiede:

La gente mi schiva come se fossi un lampione,

Un ostacolo che rallenta e complica quel percorso,

Una cosa messa lì per dare problemi ed impedimenti…

Sono ferma e mi guardo intorno,

Ho gli occhi tristi e lucidi,

Sto piangendo in silenzio,

Nella speranza che qualcuno si accorga di me e mi chieda “perché”…

Sono in mezzo ad una marea di gente,

Vengo notata, ma nessuno mi vede davvero,

Vengo vista e non osservata,

Sono tutti troppo impegnati ad essere egoisti per fermarsi davanti a me…

Mi chiedo come mai alle persone importi così poco degli altri,

E come sia possibile che costi così tanto essere “umani”,

Anche con quelli che loro definiscono “amici”,

Usando una parola qualunque, senza darle un peso effettivo, affettivo…

Ogni giorno c’è una gran folla intorno a me,

Che mi fa sentire sola al mondo,

Che mi fa sentire un gran vuoto e tanto freddo,

Sebbene sia estate e faccia caldo…

Non basta che il cellulare suoni,

Sono stanca di essere inondata da finti cuori,

Vorrei essere guardata da occhi,

Toccata da mani,

Stretta da braccia,

Salvata con un sorriso vero!

Vorrei solo questo,

Vorrei che qualcuno mi prendesse per mano e mi esortasse a camminare,

In mezzo alla folla,

Come due amici che si vogliono bene,

Nella semplicità di un gesto,

Che, per una volta,

Non fosse solo una dannata notifica…

-Le Porte Della Vita-

La vita è come un edificio pieno di porte:

Alcune non hanno bisogno di una chiave per essere aperte;

Altre bisogna accettare di doverle lasciare chiuse per sempre,

Perché non tutto ciò che vorremmo è a noi accessibile…

Esistono anche delle porte che abbiamo deciso di buttare giù a spallate,

Facendoci male, sbattendo la testa contro altri mille dolori e sbagli;

Ci sono porte che abbiamo chiuso con le lacrime agli occhi,

E che, ogni tanto, torniamo a fissare provando rabbia o nostalgia,

Con quella voglia di riaprirle per provare a cambiare ciò che è stato…

Certe porte fanno paura:

Non sappiamo cosa nascondano, ma ne possediamo la chiave,

E quello è il futuro che incombe,

Ciò che sappiamo attenderci,

Opportunità e nuovi inizi che potranno sorprenderci;

Spesso ci sono porte che non vorremmo aprire mai,

Abbiamo paura che possano nascondere chissà quali guai,

E temiamo che la nostra vita possa cambiare,

Così, con quella chiave in mano, cominciamo a tremare…

In questo momento possiedo la chiave che aprirà una grande porta:

Tra pochi giorni dovrò usare tutto il coraggio che ho tenuto di scorta,

E varcare quella soglia anche se sento che la paura mi sconforta…

C’è una porta che ho chiuso da poco,

E mi manca ciò che ho lasciato in quel luogo,

Però la mia vita ha cambiato strada e non per gioco,

Devo fare un salto nel vuoto…

Non dimenticherò mai nessuna delle porte che si sono chiuse,

E nessuna di quelle che ho dovuto chiudere per scelta,

Perché in ognuna di quelle stanze,

Nel bene e nel male,

Ho sempre lasciato un pezzo di me,

Che rimarrà nei luoghi in cui ho vissuto,

E nelle persone che ho conosciuto,

Perché le porte possono essere un ostacolo,

Ma i ricordi riescono ad attraversarle,

Come fantasmi…

-Tentacoli-

Sono scappata per anni,

Ho corso senza mai stancarmi,

Per impedire a quel mostro di ostacolarmi;

Mi sono voltata tante volte,

L’ho osservato da lontano, spaventata a morte,

E mi è capitato di sognarlo anche di notte;

Adesso lui è riuscito a catturarmi,

Mi tiene stretta tra i suoi tentacoli e continua a stringermi,

E, se andrà avanti così, riuscirà a sconfiggermi;

Io urlo, piango e mi dimeno,

Vorrei che vivere e respirare facesse male molto meno,

Il mio cuore di sofferenza ne è ormai pieno,

Dagli occhi escono lacrime senza freno,

Questo dolore brucia nel petto come fosse un veleno;

Poi arrivi tu,

Ti avvicini con in mano una spada,

Tagli quei tentacoli che mi tengono imprigionata,

Mi trascini via con te, mentre io piango sconcertata,

Quando mi stringi in un tuo abbraccio mi fai sentire amata,

Ma anche terrorizzata,

Perché so che quando non ci sarai sarò di nuovo tormentata,

E da quella cosa un’altra volta intrappolata;

So che tu non la puoi uccidere,

Mi puoi solo sorridere,

Ogni tanto mi puoi soccorrere,

Però è solamente in mano mia il potere di non soccombere;

Ho paura,

Vorrei che la mia anima fosse meno oscura,

Mi piacerebbe poterti dare una felicità pura,

E vorrei anche riuscire ad essere più dura;

Non dimenticarti mai quanto ti amo,

E che il mondo diventa un po’ migliore quando ci baciamo;

Non dimenticarti che è per te se non mi arrendo,

E che, sempre per te, tra le lacrime sto combattendo,

Un po’ anche sorridendo…